IPOCONDRIA – La malattia che non c'è

L'ipocondria è spesso definita in base all'evidente ansia riferita alla propria salute.
L'angoscia ipocondriaca ha fluttuazioni in base a diversi fattori sia esterni che interni: in altre parole la persona interpreta sia nozioni esterne apprese, che esperienze o racconti, ma anche proprie idee o sensazioni corporee interne. Tuttavia si tratta di un processo che tutti compiamo ma in diversa misura. Nell'ipocondria l'anticipazione di potersi "ammalare" è assolutamente esasperata ed amplificata. "Anticipare" significa prevedere gli eventi in modo spontaneo: nella teoria Costruttivista di Kelly ad esempio è considerato un aspetto fondamentale della persona poter anticipare gli eventi e le proprie azioni quotidiane, ma anche ciò che succederà a noi stessi in termini di salute in modo più o meno preciso. "Anticipiamo" anche socialmente ad esempio quali reazioni possono avere le persone con cui abbiamo a che fare o quale decorso potrebbero avere gli eventi o una riunione di lavoro piuttosto che lo studio o altre attività. In definitiva "anticipare" significa essenzialmente "vivere", anche nel nostro futuro.

Le cause

A volte però, come nel caso dell'ipocondria, l'anticipare troppo spesso la presenza di malattie (o la minaccia di potenziali gravi malattie) può avere un significato diverso. Oltretutto la qualità di vita della persona che ne soffre, e delle persone vicine, peggiora drasticamente ed è quindi fondamentale per il benessere "familiare" la cura dell'ipocondria. Ansia, panico, sintomi gastrointestinali, tachicardia, sintomi muscolo scheletrici e vertigini sono alcuni dei sintomi fisici ipocondriaci. Diversi autori, e l'esperienza clinica, hanno messo in luce come, nell'esperienza dei primi anni di vita delle persone che soffrono di ipocondria, vi sia stata probabilmente una madre ansiosa (a sua volta) o qualitativamente poco presente o addirittura assente durante lo sviluppo infantile di chi ne soffre. Lo stile di attaccamento di queste relazioni madre-bambino è risultata (in studi importanti) essere probabilmente un "attaccamento insicuro" in termini di attaccamento nell'accezione di Bowlby. In alcuni casi si osserva come il disturbo da ipocondria può essere sviluppato in conseguenza ad un evento traumatico o ad una minaccia di malattia. In tali situazioni, anche se le malattie vengono superate positivamente o nel migliore dei modi, possono costruirsi "pensieri ipocondriaci" in alcune persone la cui predisposizione è, purtroppo, favorevole. Questo fattore sarà assolutamente da tenere in considerazione nella psicoterapia per la cura dell'ipocondria.

La comparsa dell’ipocondria

L'esordio secondo la letteratura può avvenire a qualsiasi età: specifichiamo tuttavia che i fattori predisponenti fanno sì che nella maggior parte dei casi non sia un disturbo ad esordio "improvviso" ed inaspettato, alcuni segni di predisposizione, o semplicemente uno stile "ansioso" della persona, danno un segnale di presenza precedente all'eventuale esordio del disordine ipocondriaco. Come abbiamo visto il manifestarsi evidente del disturbo potrebbe insorgere a qualsiasi età, soprattutto, chiaramente, in chi ha fattori di rischio elevati come ansia di tratto, ansia generalizzata. Ad ogni modo si osserva più spesso, nella pratica clinica, che nella prima età adulta è più frequente; non si segnalano invece significative differenze di genere risultando circa paritario nella distribuzione tra maschi e femmine. Un evento critico nella propria salute è certamente, e deve esserlo, un momento importante in cui porre attenzione a sé stessi. L'insorgere di sintomi fisici non prevedibili da una persona pone in uno stato di maggiore allarme (con differenze individuali anche significative) del tutto naturale. Nel caso dell'ipocondria rilevare dei segni fisici, o percepiti, è però costante fonte di angoscia. Spesso la perdita di una persona cara o di un parente o anche di uno sconosciuto sono motivo di allarme. Talvolta anche reperire informazioni o essere esposti a notizie sulle patologie mediche alimenta preoccupazione che "deve" essere placata dalla persona che soffre di ipocondria accertando tramite numerose visite e consultazioni specialistiche.

La cura

Le sensazioni fisiche dunque sono oggetto di "focus" per la persona che teme le malattie più di qualsiasi altra cosa: in molti casi si può arrivare anche a trascurare i propri affetti nell'idea di dover essere rassicurati costantemente. Più o meno inconsapevolmente la persona che soffre di ipocondria chiede attenzione costante su di sé rovesciando in alcuni casi anche i ruoli con i familiari: a volte chiedendo "maternage" ai propri figli o ai partner rinunciando così ad alternare (come sarebbe utile fare) ruoli di "accadimento" con ruoli di "accudito". L'ansia è un fattore estremamente importante che gioca un ruolo determinante sia nel "circolo vizioso" dei pensieri di paura sia nel trovare conferma dei sintomi percepiti (spesso inconsapevolmente auto-indotti come tachicardia, fame d'aria, respiro corto, dolori agli ipocondri, dolori muscolo scheletrici, cefalee, sintomi gastrointestinali, fino al confonderli con emorragie o patologie altre). Nella cura dell'ipocondria è utile poter dare un sostegno anche alla famiglia e/o alla figura di riferimento della persona che ne soffre.


Dott. Michele Canil
Psicologo, Psicoterapeuta
Neuropsicologo, Ipnosi clinica
Terapeuta EMDR
Perfezionato in Psicofisiologia clinica, Genetica, Nutrizione.
Opera nelle città di Vittorio Veneto, Conegliano, Treviso.

Il dott. Canil si occupa da molti anni di diagnosi e cura della depressione a Treviso, Conegliano e Vittorio veneto. Oltre a ciò tratta molti disturbi psicosomatici, si occupa di cura dell’ansia e di attacchi di panico e molti altri tipi di disturbi. Opera in strutture ospedaliere ed in studio privato di Psicologia, Psicoterapia e Neuropsicologia.

Dr. Michele Canil
Psicoterapeuta Psicologo Treviso - Conegliano - Vittorio Veneto

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