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Adolescenza e Preadolescenza

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Testo a cura di S. T. con la consulenza del dott. Michele Canil, Psicologo, Psicoterapeuta
Neuropsicologo, Ipnosi clinica, Terapeuta EMDR, perfezionato in Psicofisiologia clinica, Genetica, Nutrizione. Opera nelle città di Vittorio Veneto, Conegliano, Treviso.
Il dott. Canil si occupa da molti anni di diagnosi e cura della depressione a Treviso, Conegliano e Vittorio Veneto. Oltre a ciò, tratta molti disturbi psicosomatici, si occupa di cura dell’ansia e di attacchi di panico e molti altri tipi di disturbi. Opera in strutture ospedaliere ed in studio privato di Psicologia, Psicoterapia e Neuropsicologia.

psicologo treviso

Il covid in età adolescenziale.

In questo complicato periodo, si sente molto spesso parlare di isolamento sociale: il Covid ha infatti messo a dura prova i rapporti interpersonali di ciascuno di noi poiché, a partire dal primo lock down, ci siamo ritrovati chiusi in casa e costretti al contatto diretto unicamente con i nostri conviventi. A distanza di quasi due anni, la situazione è migliorata dal punto di vista dell'isolamento ma i rapporti sociali non sono più gli stessi. Si evitano le strette di mano, le uscite di gruppo, le feste, le occasioni di convivialità che tanto caratterizzano e valorizzano l'essere umano.
La fascia d'età tra le più colpite è sicuramente quella dell'adolescenza, che segna un importante passaggio dall'età infantile a quella adulta.

Il dottor Michele Canil, neuropsicologo e psicoterapeuta a Treviso, spiega come aiutare gli adolescenti in quest'era molto impattante dal punto di vista psicologico.

Adolescenza e cambiamenti

L'adolescenza è una fase della vita molto delicata che porta la persona a distaccarsi dalla famiglia per dedicarsi a scoprire la vita adulta. Come spiega lo psicologo trevigiano, se fin dalla nascita si dipende dal proprio nucleo familiare, in età adolescenziale si comincia a scoprire l'indipendenza ed il piacere che ne deriva. Le dipendenze si spostano quindi verso la socialità, che diventa il fulcro su cui basare le proprie esperienze di crescita.

Adolescenza e isolamento sociale

Individuata la socialità come bisogno fondamentale per l'adolescente, si fa presto a capire come in epoca di pandemia l'isolamento sociale costituisca un disagio piuttosto importante per i giovani di quest'età, che si sono ritrovati a dover rivoluzionare le proprie abitudini. Il dottor Canil afferma che evitando la socialità, un adolescente non ha più la possibilità di sperimentare il sé al di fuori del contesto familiare, di confrontarsi con la comunità per crescere e, attraverso le esperienze, diventare un adulto indipendente e sicuro. L'autostima viene infatti costruita sia attraverso l'ambiente familiare in cui si nasce e cresce, ma anche attraverso i rapporti esterni alla famiglia (relazioni con l'altro sesso, con i colleghi, con gli amici).

Adolescenti e social

Se per la maggior parte dei giovani l'isolamento costituisce un disagio, per altri diventa la scusa per potersi creare un mondo virtuale nel quale scegliere di essere diversi. Questo purtroppo trova radice nella scarsa stima di sé che porta l'adolescente a voler essere per l'appunto “diverso”. Per essere qualcun altro agli occhi dei coetanei, nulla di più semplice che crearsi una nuova identità attraverso internet.

Lo stare a casa, permette di chiudersi nella propria stanza e, attraverso i social, crearsi un mondo virtuale. Ma il dottor Canil afferma che se da un lato questo può aiutare ad una sorta di socialità, seppur virtuale, dall'altro non può in alcun modo sostituirsi alla crescita personale che deriva dall'esperienza reale. “Fare esperienza vuol dire vivere il mondo reale ed averne un feed back emotivo” spiega lo psicologo a Treviso.

Adolescenti e internet: quando preoccuparsi?

Come spiega il dottor Canil, vi sono alcuni segnali d'allarme da prendere in considerazione. Il primo è la quantità di tempo trascorso sui social: quando il ragazzo preferisce dedicare più tempo su internet piuttosto che ad un contatto ad esempio telefonico, è il caso di verificare che non vi sia un disagio. Un secondo segnale, continua lo psicoterapeuta, potrebbe essere l'ossessione verso la propria fisicità o verso quello che fanno i coetanei. Anche i cambiamenti d'umore improvvisi possono far presagire che qualcosa non va, come pure l'insonnia, l'inappetenza o la mancanza di dialogo con i vicini familiari.

Isolamento sociale e conseguenze

Il dottor Canil afferma che nei casi in cui un giovane sia già insicuro (caratteristica piuttosto comune tra gli adolescenti), l'isolamento sociale può aggravare questo aspetto, inficiando la stima di sé. Inoltre, continua, lo stato di isolamento come costrizione può condurre a stati di rabbia che vengono sfogati sui familiari o anche su sé stessi come ad auto-punirsi.

Sindrome dell’Hikikomori

È la sindrome del ritiro sociale. È un termine giapponese che significa infatti “ritirarsi” ed è utilizzato per caratterizzare il disturbo che colpisce le persone socialmente isolate che si distaccano completamente da tutto e da tutti per un periodo di tempo piuttosto lungo (da sei mesi sino anche a più anni).

Gli adolescenti sembrano essere la fascia maggiormente colpita da questa patologia: come spiega il dottor Canil, internet non è la causa dell'Hikikomori, bensì la conseguenza. Le cause sono infatti da ricercare nella scarsa autostima che deriva principalmente dall'ambiente familiare in cui si è cresciuti e nell'eccessiva dipendenza dai genitori: fattori che portano l'adolescente insicuro ad evitare i rapporti sociali con il mondo esterno. Isolandosi nella propria stanza, internet diventa il mondo virtuale al quale appoggiarsi. Il mondo sociale di cui ciascuno ha bisogno che però permette di nascondere i propri disagi nello stare insieme agli altri.

Lo psicologo trevigiano ribadisce l'importanza dell'individuazione di questa sindrome per intervenire tempestivamente attraverso una terapia adeguata stabilita dal terapeuta per evitare che il disturbo degeneri in depressione.

Rimedi alle conseguenze dell'isolamento sociale

Allentate le restrizioni imposte dalla pandemia, lo psicoterapeuta trevigiano consiglia innanzitutto di contribuire a creare circostanze sociali in ambito ad esempio sportivo e scolastico in modo di ridurre la presenza del ragazzo sul web. Questa riduzione deve essere attuata soprattutto di sera, poiché, come spiega l'esperto, l'utilizzo di tablet, telefonini o PC prima di coricarsi è dimostrato causare insonnia ed alterazione del naturale ritmo sonno-veglia.

L'apertura al dialogo con i propri figli, inoltre, è un aspetto fondamentale per ovviare alle conseguenze dell'isolamento sociale.

Adolescenti e rifiuto delle regole

In questo periodo particolare, l'imposizione delle regole per contenere gli effetti della pandemia ha condotto molti giovani a trasgredire frequentando ritrovi di gruppo e creando assembramenti noncuranti delle possibili conseguenze. Il dottor Canil spiega questa situazione come valvola di sfogo contro l'accettazione dei limiti che in età adolescenziale costituiscono un vero e proprio problema. Per questo tipo di giovani risulta molto difficile comprendere e sopportare le regole. Lo psicoterapeuta trevigiano aggiunge che fortunatamente questo atteggiamento di trasgressione riguarda la minor parte degli adolescenti, che solitamente hanno preso esempio da uno dei due genitori. Un aspetto interessante che il dotto Canil evidenzia è l'importanza dell'educazione impartita ai figli nei primi tre anni di vita: in questa prima fase, infatti, l'imprinting familiare segnerà l'esistenza futura dei figli ponendo le prime basi per lo sviluppo della personalità in età adolescenziale. I limiti, quindi, vanno stabiliti per i figli sin dai primi anni di vita.

Quando ricorrere allo psicoterapeuta per adolescenti

Nella delicata fascia d'età adolescenziale, è importante riconoscere la necessità di rivolgersi allo psicoterapeuta quando i propri figli manifestano eccessivi segnali causati dall'isolamento sociale; il dottor Canil elenca i più frequenti: tempo eccessivo di chiusura in camera, alterazione del ritmo sonno-veglia, cambiamenti nel rapporto con i familiari, alterazioni alimentari. Si ricorre allo psicologo per evitare di aggravare la situazione. Il dottor Michele Canil propone due tipi di approccio: la psicoterapia e, in caso di disagi causati da traumi, l'EMDR. Quest'ultimo, riconosciuto e consigliato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, permette di affrontare eventuali traumi subiti, che possono essere la causa alla base dei disagi psicologici del paziente, migliorandone l'approccio.

EMDR come terapia

L' EMDR, acronimo per Eye Movement Desensitization and Reprocessing, è un innovativo approccio terapeutico utilizzato principalmente per il presentata per la prima volta nel 1989 e sviluppata nel 1990 da Francine Shapiro, è utilizzata prevalentemente per trattare i disturbi post traumatici da stress. Eventi traumatici come perdite o abbandoni, abusi sessuali o incidenti, avvenuti in età infantile, possono causare disturbi psicologici in età adulta condizionando la vita della persona che li ha vissuti. Attraverso la tecnica dell'EMDR, che sfrutta il movimento oculare per mettere in comunicazione i due emisferi del cervello, l'evento traumatico viene elaborato in maniera da non essere più così dannoso e condizionante.

È importante sapere che, dopo un primo colloquio con lo specialista, sarà lo stesso psicoterapeuta a confermare o meno la necessità di ricorrere a questo tipo di trattamento poiché non tutti i pazienti sono soggetti predisposti alla terapia dell'EMDR.


Dr. Michele Canil
Psicoterapeuta Psicologo Treviso - Conegliano - Vittorio Veneto

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