Il dott. Michele Canil, neuropsicologo e psicoterapeuta operante in provincia di Treviso, parla di genitorialità, e di come questa influenzi la vita dei figli.
I figli fanno esperienze attraverso gli occhi dei genitori ed è proprio da questi che si forma la loro idea del mondo.
Ci si chiede sovente se il carattere di un individuo dipenda dalla componente genetica o da quella familiare e ambientale. Sicuramente la genetica fa la sua parte, ma l'ambiente familiare in cui si cresce influenza moltissimo la vita dell'adulto; possiamo affermare con certezza che la famiglia fa la differenza sullo sviluppo di un bambino. Come affermano molti psicanalisti tra cui Massimo Recalcati, il rapporto con il materno è fondamentale per imparare ad affrontare la vita futura. E' prprio dalla mamma, dal papà e dalle varie figure di accudimento che acquisiamo le armi per affrontare al meglio gli eventi negativi della vita.
Traumi generazionali
I traumi vissuti da un familiare molto spesso si ripercuotono sulla vita delle generazioni future. In ambito clinico spesso si vede che un disagio personale del paziente, ad esempio in adolescenza, deriva dal trauma vissuto da un familiare anche di più generazioni precedenti. Pensiamo ad esempio ai nonni che hanno vissuto in tempo di guerra lutti e povertà; la seconda generazione, quella degli anni '70, ha cercato di far fronte a quelle paure che poi vengono tramandate alla terza generazione. Vari studi hanno provato che quest'ultima generazione sta pagando pesantemente questa eredità.
Favoritismi tra figli
Accade spesso che i genitori facciano differenze tra i figli, ad esempio tra maschi e femmine. Anche questa è un'eredità delle generazioni passate in cui il maschio era importante perchè costituiva forza-lavoro e tramandava il cognome. Questo ha fatto sì che il figlio maschio fosse maggiormente considerato e godesse di privilegi maggiori rispetto alla femmina. Questo tipo di differenze create dai genitori, seppur anche magari in buona fede, crea un forte disagio nei figli svalutati rispetto ai fratelli che avranno una bassa autostima essendo cresciuti con l'idea di valere meno di qualcun altro. Di conseguenza soffriranno moltissimo il confronto con gli altri.
Incoraggiare l'indipendenza dei figli
La dipendenza tra genitori e figli è un tema molto importante. Un tempo le famiglie vivevano tutte insieme, ognuno contribuiva al ménage familiare e per questo la dipendenza era maggiore. Al giorno d'oggi, da un lato in molte famiglie vi è un'indipendenza eccessiva poiché non tutti gli adolescenti e preadolescenti hanno gli strumenti per affrontare la complessità del mondo in cui viviamo; dall'altro molte mamme costruiscono con i figli un rapporto di eccessiva dipendenza, solitamente perchè, non avendo avuto in crescita una figura paterna presente, tendono ad attaccarsi ai figli. Quest'ultimo caso determina un bisogno da parte della madre verso il figlio, che non fa bene sicuramente al bambino.
Genitori ipercritici e anafettivi conseguenze
Un genitore ipercritico nei confronti del figlio porterà quest'ultimo verso due strade da adulto: reagire con rabbia alle autorità o sviluppare una bassa autostima con conseguente disagio ed insicurezza. Nel primo caso, tenderà ad uscire dai limiti infrangendo le regole come protesta alle autorità (e quindi come protesta all'autorità del genitore); nel secondo caso, pur non infrangendo le regole, si sentirà inadeguato in molte situazioni ed avrà difficoltà a confrontarsi con gli altri. Due percorsi di vita molto diversi rispetto a quello di un bambino che impara ad avere fiducia in se stesso ed entusiasmo verso la vita.
Anche i genitori poco affettivi possono creare danni allo sviluppo del figlio che, in età adulta, potrebbe non avvertire i sentimenti propri o degli altri con conseguente isolamento sociale o problemi nella sfera sessuale. L'affetto dei genitori è la base per un attaccamento sicuro che permetterà al figlio adulto di avere più successo nella vita, di avere degli obiettivi raggiungibili, di far fronte ad eventi traumatici come ad esempio lutti o perdite.
La voce rassicurante della mamma favorisce nel bambino la respirazione cardiaca circolatoria ed aumenta la produzione della serotonina, quell'ormone che permette di tenere in equilibrio l'umore. Nei casi in cui mancasse la rassicurazione del genitore o vi fosse un tono di voce troppo intenso nei rimproveri, il bambino si sente inefficace nel farsi amare sviluppando in età adulta una serie di disturbi più o meno gravi. Molti adolescenti, assoggettati dal senso di colpa causato da continui accesi rimproveri, si rifugiano anche nelle sostanze stupefacenti senza le quali non riuscirebbero a regolare la propria emotività. Per questo motivo, è bene rimproverare i propri figli quando serve, l'importante è che si alternino anche momenti di gratifica dove gli si dice “bravo, hai fatto bene”. Molto importante è bilanciare i rimproveri, spiegando le proprie ragioni, alternandoli anche a momenti di gioco. Equilibrio è la parola chiave.
Ansia, depressione e legami familiari
L'esperienza clinica ha messo in luce come la depressione spesso dipenda dal tipo di rapporto familiare. Persone con una bassa stima di sé, causata dalla mancanza di affetto da parte dei genitori, sono soggetti a rischio poiché, sentendosi inadeguati, non riescono a fronteggiare situazioni difficili.
Anche l'ansia spesso viene trasmessa ai figli dai genitori: un padre o una madre ansiosi, i cosiddetti “genitori elicottero”, esercitano un eccessivo controllo sulla vita dei figli. Controllo che deriva dal timore della perdita e che in un certo senso placa l'ansia del genitore ma fa crescere quella del figlio che potrebbe così sviluppare un disturbo ansioso.
Il genitore che condiziona pesantemente le scelte del figlio manipolandolo non fa il suo bene, ma risponde ad una propria esigenza. Anche in ambito scolastico, spesso i genitori hanno aspettative eccessive sul rendimento dei figli: questo perfezionismo potrebbe portare questi ultimi ad “odiare” la scuola. Meglio quindi un figlio sereno con voti più bassi. Teniamo presente che i bambini hanno anche bisogno di giocare.
Conflitti familiari e famiglie allargate: conseguenze sui figli
I conflitti familiari molto frequenti creano forti disagi per i figli poiché in primo luogo i genitori impegnati a discutere con i propri partner non danno loro la giusta attenzione; in secondo luogo, trasmettono loro un modello educativo che con molta probabilità diventerà quello del bambino oppure porterà il bambino ad evitare qualsiasi conflitto temendolo.
Al giorno d'oggi vi sono sempre più famiglie allargate dove gli educatori non sono solamente il padre e la madre, ma a questi ultimi si alternano i nuovi compagni che spesso “si intromettono” sull'educazione dei figli acquisiti creando confusione nei bambini.
Un consiglio è quello di cercare di mantenere ben presente il ruolo dei genitori biologici che saranno sempre i veri riferimenti per i figli; i compagni potranno contribuire all'educazione ma senza fare le veci del genitore per evitare di far confusione nei bambini. Un suggerimento potrebbe essere quello di dire “io non sono tuo padre ma vorrei dirti questo”.
Il dott. Michele Canil è Psicologo, specialista in Psicoterapia, Neuropsicologia e Ipnosi clinica.
Svolge attività clinica ambulatoriale sia in studio privato, negli studi di Treviso e Vittorio Veneto, che ospedaliero presso il Servizio per le Dipendenze.
Come Neuropsicologo si occupa di tutte le relazioni ed i disturbi esistenti tra il danno cerebrale e i relativi comportamenti del paziente; ad esempio si interessa in modo particolare di tutti quei disturbi psicologici derivanti dalla malattia di Alzheimer, dalla malattia di Pick, dai corpi di Lewy, dalla malattia di Parkinson, dalle demenze vascolari, dagli ictus, dal deterioramento cognitivo, dai traumi, etc.
Come Psicoterapeuta si è potuto formare con i migliori Analisti presenti in Europa ed in Stati Uniti d’America. Si è specializzato presso il prestigioso “Institute of Constructivist Psychology” a cui sono seguite numerosi corsi di specializzazione, aggiornamento e master in diversi settori della psicologia e salute-medicina.
Dott. Michele Canil
Psicologo, Psicoterapeuta
Neuropsicologo, Ipnosi clinica
Terapeuta EMDR
Perfezionato in Psicofisiologia clinica, Genetica, Nutrizione.
Opera nelle città di Vittorio Veneto, Conegliano, Treviso.
Il dott. Canil si occupa da molti anni di diagnosi e cura della depressione a Treviso, Conegliano e Vittorio veneto. Oltre a ciò tratta molti disturbi psicosomatici, si occupa di cura dell’ansia e di attacchi di panico e molti altri tipi di disturbi. Opera in strutture ospedaliere ed in studio privato di Psicologia, Psicoterapia e Neuropsicologia.
Dr. Michele Canil
Psicoterapeuta Psicologo Treviso - Conegliano - Vittorio Veneto
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