Depressione delle festività

Intervista al dott. Michele Canil per Antenna Tre News Edizione Straordinaria del 08-04-2023


I: Do il benvenuto al dott. Michele Canil, neuropsicologo e psicoterapeuta a Treviso, per fare il punto della situazione su queste festività che sono sempre un momento un po' particolare per le nostre menti, soprattutto per le menti delle persone più fragili. Si parla di depressione delle feste, che vale per tutte le festività. Questo fenomeno esiste, dottore? Lei, da psicologo a Treviso, che esperienza ha?

D: Il fenomeno esiste. Sappiamo che, oltre al Christmas blue del Natale, anche le altre festività tendono ad avere un impatto diverso su varie realtà, su varie situazioni che viviamo da un punto di vista emotivo. Pasqua e Natale, ad esempio, sono ricorrenze che ci avvicinano di più alla famiglia: per alcune persone questo è positivo, per altre diventa problematico perchè sono situazioni che vanno a toccare il tema della solitudine, della famiglia, del tessuto sociale a cui possiamo appartenere o no. Mette quindi in evidenza sia luci che ombre di quella che è la nostra esistenza. Sono periodi che da un punto di vista sociale e clinico riscontriamo spesso: vi sono situazioni che tendono ad aggravarsi o a manifestarsi in maniera più forte, da un punto di vista anche di patologie specifiche come i disturbi d'ansia o i disturbi depressivi.

I: Da che cosa deriva questa forma di disagio? Prima parlavamo con il parroco, don David Berton, che negli anni passati c'erano obblighi: l'obbligo di andare a messa ad esempio... C'è anche questa componente di obbligo nelle festività?

D: Per chi le vive in modo negativo, sì. In qualche modo ad una persona che ha avuto una ferita nel proprio vissuto familiare manca il senso di appartenenza. La festività obbliga in qualche modo a doverci pensare e a vivere la differenza magari con altre situazioni a noi vicine. I nostri occhi vedono, la nostra mente tende un po' a confrontare per nostra natura; se abbiamo qualcosa di buono nel nostro bagaglio personale, viviamo bene la situazione. Laddove c'è qualche ferita, invece, la viviamo molto male. E viviamo il senso d'obbligo di quella ricorrenza che ci ricorda la nostra ferita. Per questo il senso d'obbligo è un tema pertinente per chi purtroppo sta soffrendo. Certo non è un obbligo assoluto perchè il mondo è fatto di eventi, di ricorrenze, di memoria, di appartenenza. Il mondo è ricco: ciascuno di noi riesce a pescare ciò che appartiene al proprio passato; viviamo ciò che abbiamo vissuto sostanzialmente nella nostra esperienza familiare e nel nostro modo di filtrare ciò che abbiamo vissuto, quindi le emozioni.

I: Assolutamente. Lei tra l'altro, dottore, parlava di memoria. C'è anche la memoria di chi non c'è più. Le feste portano anche a questo, alla malinconia derivante dalla scomparsa delle persone care.

D: Sicuramente. La mancata condivisione di ciò che magari stiamo vivendo noi con gioia che potrebbe essere stata magari maggiore se ci fossero state le persone che abbiamo perso. La perdita e il lutto sono una delle sofferenze più importanti per l'essere umano. Generalmente è bene riuscire a conviverci nel modo più adeguato, più sereno possibile ovviamente se ci sono delle basi che lo permettono. Teniamo presente che le festività, come anche la primavera, da un punto di vista psicopatologico stimola in alcune persone un periodo particolare da tenere monitorato, anche come prevenzione.

I: Fatto salvo i casi più gravi, dove il messaggio credo sia sempre quello di rivolgersi agli esperti del settore, per le malinconie più lievi, ci può dare qualche suggerimento, una strategia di sopravvivenza?

D: Partiamo dalle cose più semplici: teniamo conto che, nonostante i dibattiti in ambito scientifico, l'essere umano è un animale sociale. Possiamo avere più o meno estroversione, ma bisogna andare a costruire un minimo di rete sociale che significa avere una buona amicizia che aiuti a far fronte alle situazioni di difficoltà. Circondarsi di persone positive e che percepiamo volerci bene. Avvicinarci alle persone che abbiamo piacere di tenere nel nostro cuore, quindi trovare il modo di condividere un po' di più. Inoltre, per chi sta dall'altra parte rispetto a chi prova malinconia, provare ad avvicinarci a chi è in difficoltà (che solitamente è ciclica nel corso dell'anno).

I: Non abbandonarsi quindi alla solitudine ed aiutare magari chi tende a farlo. Grazie dottor Canil per questi suggerimenti molto preziosi.


Dott. Michele Canil
Psicologo, Psicoterapeuta
Neuropsicologo, Ipnosi clinica
Terapeuta EMDR
Perfezionato in Psicofisiologia clinica, Genetica, Nutrizione.
Vice rettore dell'Accademia Internazionale Costantiniana delle Scienze Mediche Giuridiche e Sociali.
Opera nelle città di Vittorio Veneto, Conegliano, Treviso.
Il dott. Canil si occupa da molti anni di diagnosi e cura della depressione a Treviso, Conegliano e Vittorio Veneto. Oltre a ciò tratta molti disturbi psicosomatici, si occupa di cura dell’ansia e di attacchi di panico e molti altri tipi di disturbi. Opera in strutture ospedaliere ed in studio privato di Psicologia, Psicoterapia e Neuropsicologia.

Dr. Michele Canil
Psicoterapeuta Psicologo Treviso - Conegliano - Vittorio Veneto

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